Alla scoperta della Brianza, terra bellissima che ci regala sempre nuovi scorci ed emozioni. Partiti da Merate ci siamo dedicati come prima tappa al lago di Sartirana per poi arrivare fino a Brivio passando per Calco e scendere lungo l’Adda fino a Imbersago e rientrare infine al punto di partenza. Alcuni luoghi di questo percorso sono molto conosciuti come il Santuario della Madonna del Bosco o il traghetto di Leonardo ma numerosi sono gli altri siti di interesse storico, artistico e paesaggistico, a partire dalle ville che nei secoli passati hanno occupato le sommità dei colli più panoramici (Castelbarco e Orsini-Colonna a Imbersago, Villa Grugana a Calco, Palazzo Belgioioso, Villa Subaglio e Perego a Merate), fino ai numerosi santuari e monasteri (Sabbioncello, San Colombano ad Arlate, San Marcellino). C’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Partiamo in una giornata uggiosa di grande fascino, complici i colori del foliage e le suggestioni autunnali, riuscendo anche a scongiurare la pioggia che ci raggiunge solo a fine percorso!
Dopo la bella escursione ai laghi di Pusiano e Segrino mi sono incuriosita e, grazie ad un articolo pubblicato su http://www.exploratoridelladomenica.it, ho deciso di avventurarmi alla scoperta del lago di Alserio. Originariamente unito al Lago di Pusiano è stato separato dal corso del Fiume Lambro che ha creato la pianura di Erba.
Mi perdoneranno gli alseriesi ma non conoscevo assolutamente né il paese né il lago ed è stata una bella scoperta. A pochi chilometri da Monza, si raggiunge in meno di mezz’ora ma si entra davvero in una dimensione di ambiente completamente diversa: rurale, tranquilla, dal sapore antico. Boschi, campi, alberi secolari, poche persone in giro e, in conclusione, una bella area verde attrezzata per pic nic.
La zona quindi è molto varia e per me lo è stata anche dal punto di vista metereologico e si vedrà dalle foto. Partita con un cielo variabile che non prometteva nulla di buono, mi sono ritrovata a fine gita con un cielo terso e un panorama spettacolare! Ecco la sintesi del mio percorso in compagnia della mia inseparabile cagnolina Lucy!
I laghi briantei sono una bella scoperta e non solo per fermarsi nei loro lidi o per un picnic sui bei prati ma anche per escursioni più o meno impegnative tra laghi, montagne, borghi. Il giro di oggi – ho ripercorso un itinerario trovato nel sito del CAI – comprende un po’ tutto. Il borgo di Pusiano, sempre affascinante, ancor di più se percorso attraverso le opere di Segantini, a seguire un bel sentiero in salita, il giro del lago del Segrino, poi di nuovo il sentiero fino al Santuario della Madonna della Neve per passare dal Parco Roccolo di Cesana Brianza con la splendida vista sul lago di Pusiano con la sua Isola dei Cipressi ed eccoci di ritorno a Pusiano. Direi giornata perfetta, anche la mia cagnolina ha apprezzato! Vorrà dire che torneremo in questi luoghi anche alla scoperta degli altri laghi briantei.
Chi mi conosce sa che la Lucy è la mia adorata cagnolina e lago per me è il lago d’Iseo, qui è nato e cresciuto mio padre e qui ho passato le mie estati da bambina e ragazza. Dopo anni di abbandono, da qualche tempo ho ripreso a frequentare la zona. Quest’estate in particolare con la Lucy, complice anche lo smart working, ci ho passato un bel periodo e sono riuscita a fare qualche passeggiata davvero carina anche se la lista di luoghi da vedere e cose da fare è ancora lunga.
Inizio a raccontarvi le nostre escursioni dell’estate 2021! Sono percorsi facili, adatti a tutti. Aggiungo infine qualche consiglio sulla buona tavola, da queste parti si trovano davvero dei bei posticini.
Ebbene sì, prima volta in Sicilia! La situazione di questi ultimi due anni mi ha offerto l’occasione per iniziare a scoprire il Sud Italia e dopo la meravigliosa esperienza del Salento della scorsa estate eccomi in Sicilia, terra unica per tanti aspetti, dai paesaggi, alle testimonianze storiche, dalla cucina alla gente. Il nostro itinerario copre la parte occidentale della Sicilia e, data la densità di cose da vedere, mi sembra la scelta migliore quella di dedicarsi ad una parte della regione per poterne assimilare la bellezza e la storia senza lunghi spostamenti. Adesso ovviamente non vediamo l’ora di scoprire il resto!!
Si tratta sicuramente della tipologia di vacanza che preferisco, ovvero quella che combina la scoperta del territorio dal punto di vista paesaggistico e culturale alla possibilità di fare mare. Qui in effetti non manca nulla. Vediamo allora questi diversi aspetti nel nostro itinerario con alcuni suggerimenti per i pernottamenti. Per il cibo invece non servono consigli, c’è solo l’imbarazzo della scelta, dai primi al pesce ai fantastici dolci all’inimitabile street food, non c’è modo di sbagliarsi…
Per molte visite, tra cui i siti archeologici, Palermo e Gibellina, ci siamo affidati all’associazione Isola di Persefone, un gruppo di guide turistiche che ci hanno trasmesso non solo nozioni e conoscenze ma soprattutto entusiasmo e amore per la loro terra, coinvolgendoci in un racconto davvero affascinante. Assolutamente consigliate!
Da Palermo a Trapani
Arrivati a Palermo, dopo una sosta a Cinisi, abbiamo subito noleggiato l’auto per dirigerci verso la prima tappa del nostro tour: il meraviglioso Parco archeologico di Segesta, dove si possono ammirare il monumentale tempio dorico rimasto in piedi per più di duemila anni e il teatro greco che è ancora meta di centinaia di spettatori appassionati che ogni estate lo riempiono per assistere a suggestivi eventi e spettacoli culturali. Segesta, in realtà, fu fondata dagli Elimi, un popolo molto antico le cui origini sono ancora motivo di studio e le cui storie affascinanti si intrecciano a leggende e mitologia…grandi emozioni già il primo giorno ed è solo un assaggio.
Il tempio greco di SegestaIl teatro a Segesta circondato dalle colline
Prima di arrivare a Segesta soste nei due borghi di Alcamo e Calatafimi. Ad Alcamo all’ora di pranzo la pasticceria “Novecento” ci è apparsa come un miraggio nel deserto di Ferragosto e qui abbiamo gustato le nostre prime arancine e granite!
Panorama del borgo di Calatafimi
Riprendiamo il viaggio con destinazione Trapani, ottimo punto di partenza per esplorare questa parte di Sicilia, dal mare alle isole, dalla montagna ai siti archeologici, senza dimenticare che la stessa Trapani merita una visita. Considerata la Città dei Due Mari per via di una lingua di terra che sembra dividere il Mar Tirreno dal Mar Mediterraneo, Trapani è una città ricca di storia, arte e monumenti, che le conferiscono un grande fascino. Fu, infatti, dominata da culture e popoli differenti tra cui i Cartaginesi, i Romani, gli Arabi e gli Aragonesi, fino all’annessione al Regno d’Italia. Oltre alle diverse pregevoli Chiese vale la pena percorrere le mura che si affacciamo sul mare facendo una bella passeggiata. Suggestiva anche di sera dove si ha l’imbarazzo della scelta tra ristoranti, locali, gelaterie in un’atmosfera davvero piacevole vivacizzata dalle luminarie del centro.
Passeggiata sul mare a Trapani
Isola di Favignana
La prima giornata trapanese è dedicata all’isola di Favignana che raggiungiamo con 30 minuti di aliscafo. Nel mese di agosto consiglio la prenotazione in modo da non rimanere a terra. Noi siamo riusciti a salpare ma solo in tarda mattinata e per poche ore, molti traghetti erano già full.
Eccoci a Favignana – Foto by Rossana
Favignana è la più grande delle isole Egadi che comprendono anche Levanzo e Marettimo, più piccole e selvagge. Favignana è una meta molto ambita soprattutto in estate, ma nonostante il flusso turistico, si caratterizza per un’atmosfera genuina e per un paesaggio rilassante e ricco di fascino. Le spiagge da non perdere assolutamente sono: Cala rossa, Cala Azzurra e il Bue Marino. Inoltre, si può notare l’ex stabilimento Florio delle tonnare, testimonianza del periodo in cui Favignana conobbe un periodo di grande sviluppo commerciale. Diverse le possibilità per muoversi sull’isola: bici o scooter a noleggio, bus (non molti gli orari disponibili) o il taxi. Consigliato, soprattutto per chi ha poco tempo a disposizione, il giro dell’isola con il trenino turistico che spiega le diverse zone dell’isola che meriterebbe sicuramente una vacanza per poter essere apprezzata al meglio anche la sera e per potersi fermare nelle diverse calette.
Il porticciolo di Favignana
Erice, Marsala e le Saline
Giornata intensa che parte dalla visita di Erice, raggiunta con la funivia panoramica che la collega a Trapani, che continua nella città siciliana del vino e termina con le saline al tramonto.
Verso Erice godendoci il panorama
Arroccato sulla cima di un monte, il borgo medievale di Erice svetta dall’alto dei suoi 750 metri, consentendo un’eccezionale vista panoramica che guarda al golfo di Trapani e alle isole Egadi da un lato e alla vallata del Valderice dall’altro, abbracciando le campagne dell’entroterra siculo. Piccolo e autentico, Erice è un dedalo di viuzze lastricate tra chiese, piazze ed antichi cortili e che invoglia i suoi visitatori alla scoperta. Una delle icone di Erice è il suo baluardo difensivo, ovvero il Castello di Venere, risalente all’epoca normanna, che appare maestoso in cima alla rocca e offre uno dei paesaggi più belli della Sicilia.
Panorama da Erice
Assolutamente da non perdere i Genovesi, dolci tipici farciti con crema al latte, da assaggiare in una delle antiche pasticcerie del centro.
Genovesi appena sfornate!
Seguendo la costa che va verso Trapani si apre lo spettacolo paesaggistico delle Saline, unico e bellissimo soprattutto al tramonto. L’estrazione del sale marino è iniziata molti secoli fa grazie ai fenici che intuirono la potenzialità della laguna dello Stagnone, molto ventosa e dalle acque basse adatte alla sedimentazione del sale. Ancora oggi, questo territorio protetto dal WWF è costellato dai mulini, alcuni dei quali visitabili.
Lo spettacolare panorama delle saline con il mulino a vento sullo sfondo
Tappa a Marsala con passeggiata nel bel centro barocco. Da visitare il duomo di San Tommaso di Canterbury, la Porta Garibaldi, da cui sono passati Giuseppe Garibaldi e i Mille l’11 maggio 1860, e la Porta Nuova, ossia le due porte rimanenti della città.
L’imponente Duomo di Marsala
Possibilità di visitare una delle cantine marsalesi come le Florio, le più note, ma anche le cantine Pellegrino, e assaggiare il famoso liquore, il Marsala. La sua storia si fa risalire alla fine del ‘700 quando diverse famiglie inglesi approdarono in Sicilia per estendere il loro giro di affari. Un giorno, il mercante John Woodhouse, giunto a Marsala, assaggiò il vino locale e capì che proprio su questo avrebbe fondato il destino e la fortuna di quel luogo. Anche la famiglia siciliana dei Florio fiutò l’ottimo affare e da quel momento in poi non si può passare da questa deliziosa cittadina senza godere di questo ottimo vino.
Tramonto a Trapani
Mozia, l’isola dei Fenici
Giornata dedicata a Mozia, antica colonia fondata dai Fenici nell’VIII sec. a.C. su una delle quattro isole della laguna dello Stagnone: Isola Grande, Schola, Santa Maria e naturalmente Mozia, conosciuta anche come isola di San Pantaleo. È qui che all’inizio del 1900 l’inglese Joseph Whitaker, appassionato di archeologia, cominciò a scavare intuendo la presenza di un importante sito archeologico. Grazie alla sua caparbietà l’antica città fenicia di Mozia si presentò in tutto il suo splendore.
Raggiungiamo Mozia con una suggestiva attraversata della laguna in barca, molto interessante anche per la spiegazione guidata della storia dell’isola. Scendendo a terra si è subito immersi in un’atmosfera esotica e selvaggia: aloe, ficus, cycas, oleandri e vigneti coprono l’intera isola.
Passeggiando per Mozia
La prima tappa dell’itinerario è il Museo, antica dimora di Whitaker sull’isola, dove sono conservati importanti testimonianze della civiltà fenicia e della vita quotidiana sull’isola. Tra i reperti ricordiamo il magnifico Giovinetto di Mozia, scultura greca originale in marmo portata alla luce nel 1978. Lasciato il museo, si cammina tra sentieri immersi nella macchia mediterranea in una perfetta combinazione tra archeologia, storia e natura.
Il Giovinetto di Mozia
Riserva naturale dello Zingaro
Lasciamo Trapani di buon mattino per arrivare alle 7 all’apertura della Riserva Naturale dello Zingaro e ne vale davvero la pena!
La Riserva dello Zingaro al nostro arrivo
La riserva appare davvero come un paradiso terrestre, in cui ammirare flora e fauna della macchia mediterranea: orchidee, iris, olivastri, mandorli, carrubi e palme nane e ancora aquile, barbagianni, allocchi, civette, conigli, donnole e volpi. L’itinerario prevede una passeggiata lungo un sentiero che costeggia calette di sassi bianchi e acque cristalline, circondate dal verde intenso della macchia mediterranea e dall’azzurro del mare. All’interno della riserva è possibile visitare vari piccoli musei ospitati in antiche case rurali: il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, dove è riprodotto il ciclo completo del grano, e il Centro di Educazione Ambientale.
Panorama alla Riserva
Dopo la mattinata alla riserva tra passeggiate e bagni, nel pomeriggio abbiamo continuato nell’esplorazione delle località costiere con San Vito Lo Capo e Scopello, dove sicuramente avendo più tempo a disposizione si potrebbe prevedere una sosta sulle sue spiagge. Noi di siamo “accontentati” di fermarci per una visita e scattare qualche foto agli spettacolari paesaggi.
Scorci spettacolari verso San Vito Lo Capo
Da Trapani ad Agrigento
Ci dirigiamo verso la seconda destinazione del nostro itinerario: Marinella di Selinunte per poi spostarci verso Agrigento con due pernottamenti a Racalmuto, città natale di Leonardo Sciascia. A Marinella di Selinunte suggerisco per la cena “Lido Zabbara”: buffet di antipasti, pesce del giorno cucinato alla brace, interessanti primi a cui si aggiungono la simpatia dei giovani proprietari e prezzi davvero ottimi. A Racalmuto invece potete scegliere La Taberna, ristorante in centro con vasta scelta tra carne, pesce e ottime pizze.
Selinunte e Mazara del Vallo
Prima tappa della giornata: Selinunte ed il suo Parco archeologico con i templi e l’acropoli a picco sul mare. La città di Selinunte ebbe una vita relativamente breve, circa quattrocento anni, eppure su di lei fu scritto tanto e per tanto tempo. Molti storici la descrissero come una colonia greca tra le più ricche, le più belle e le più felici di Sicilia. E grazie alla sua fama il grande esploratore e monaco Tommaso Fazello, nel XVI secolo, cercandola per lungo e largo ne ritrovò i ruderi e le ridiede vita dopo tanti secoli di abbandono.
A Selinunte si passeggia nella storia
Con i suoi 270 ettari è il parco archeologico più grande d’Europa e si può percepire la bellezza di questa città: un immenso spazio verde abbracciato da due fiumi, con un mare imponente e l’intrecciarsi della cultura greca e fenicia a chiudere la cornice.
Ci spostiamo quindi verso Mazara del Vallo, una vera sorpresa! Conosciuta come la “città del Satiro”, nome che deriva dalla celebre statua del “Satiro danzante” che è l’attrazione turistica più importante della città conservato nel museo del Satiro Danzante.
La celebre statua del Satiro Danzante
Altre caratteristiche però rendono davvero affascinante questa cittadina: prima fra tutte la Kasbah, un insieme di stradine nel cuore del centro storico, in cui sembra di essere catapultati in Marocco, con le sue viuzze strette e ricche di dipinti colorati, ceramiche e maioliche meravigliose, davvero suggestivo muoversi tra queste stradine.
Mazara del Vallo e le sue maioliche
Da assaggiare infine l’ottimo cous cous di pesce oltre che il famoso gambero!
Gibellina e Cretto di Burri
L’ultima parte di questa intensa giornata è dedicata a Gibellina: tristemente famosa per uno spaventoso terremoto del 1968. Gibellina vecchia, trasformata dall’artista Alberto Burri nel grande Cretto, è una delle opere di Land Art più grandi al mondo. Le rovine di Gibellina sono state infatti ricoperte da cemento e calce per 120.000 metri quadrati: sembrano “un sudario lacerato” e passeggiarci dentro ha un effetto di spaesamento difficile da descrivere.
Il Cretto di Burri
Ma c’è anche una Gibellina nuova: scandita dalle opere di alcuni tra i più famosi artisti degli anni ’70 e ’80, tra cui Pietro Consagra e Arnaldo Pomodoro, rappresentava il progetto di una città ideale, in cui l’arte doveva ridefinire l’identità dei suoi cittadini, ma così non è stato.
Passeggiando per Gibellina nuova – Foto by Antonella
Caltabellotta e Favara, antico e moderno
Caltabellotta è una delle città più antiche della Sicilia. Ci troviamo in provincia di Agrigento, in un luogo ricco di storia. I reperti archeologici testimoniano l’esistenza di una antichissima città sicana, sostituita nel V secolo da una nuova città, posta più a valle che venne distrutta dai Romani.
Panorama da Caltabellotta
Seguirono i Saraceni e poi i Normanni, che costruirono un castello e numerose chiese, il dominio andò poi ai Peralta, ai conti di Luna e ai Moncada, quindi agli Alvarez de Toledo. Dopo una breve presenza degli Austriaci, nel 1734 Caltabellotta venne unita al regno Borbone di Napoli. Una storia antica e bei panorami. Si aggiunge un museo accanto alla pro loco dove abbiamo potuto visitare una pregevole mostra di sculture con la presenza dell’artista locale Salvatore Rizzuti che ha donato le opere stesse al Comune. Per finire, un’ottima granita nel bar della piazza accompagnata dai biscotti locali. Di granite ne abbiamo assaggiate tantissime, questa una delle migliori!
Una delle migliori granite accompagnate da brioches e biscotti!
A mezz’ora dalla Valle dei Templi, si arriva a Favara, la sesta città al mondo tra le dieci mete imperdibili per chi ama l’arte contemporanea, secondo la classifica del blog inglese “Purple Travel”.
All’ingresso del Farm Cultural Park di Favara
Il Farm Cultural Park è un bellissimo spazio culturale di nuova generazione nato da un progetto di rinascita e riqualificazione di un borgo vecchio e degradato di Favara. Florinda e Andrea, lei avvocato e lui notaio, decidono di cambiare vita e di realizzare un loro sogno: trasformare un intero quartiere del centro di Favara in un vivacissimo cantiere di arte moderna. Così, dopo aver acquistato alcune case nel centro storico, chiamano i primi architetti per farle ristrutturare. Insieme ad architetti e muratori, arrivano i primi artisti. E pian piano prende forma questo progetto meraviglioso: le mostre permanenti di pittura e di fotografia, gli eventi culturali. Sembrava un sogno impossibile da realizzare a Favara, ma l’energia positiva di Florinda e Antonio ha contaminato gli abitanti. Visita suggestiva e sorprendente. Questo viaggio in Sicilia continua a riservarci tante sorprese anche al di là delle località più note.
Uno dei cortili del Farm Cultural Park
La giornata non è finita e ci aspetta ancora un’altra suggestione che da sola vale il viaggio: la spettacolare Scala dei Turchi dove riusciamo ad arrivare in tempo per goderci uno dei tramonti più belli.
Il tramonto sulla Scala dei Turchi – foto by Antonio
Agrigento e la Valle dei Templi
“La più bella città dei mortali”: è così che nel V secolo a. C. il poeta greco Pindaro descriveva Agrigento…e dopo 2500 anni il suo fascino resta immutato. Storie di uomini e dèi si intrecciano attraverso i secoli all’ombra di ulivi e mandorli e le vestigia di un passato antico e potente continuano a raccontarci sempre qualcosa di nuovo. Noi abbiamo iniziato la visita accompagnati dal tramonto per poi concluderla con una luna spettacolare a rischiararci il cammino, rendendo l’atmosfera ancora più magica insieme ai racconti coinvolgenti della guida Alice (Isola di Persefone).
Entriamo al tramonto nella Valle dei TempliConcludiamo la visita con una luna che rende magica la nostra visita
Si torna a Palermo
Ci si avvia verso la conclusione di questo viaggio. Palermo ci aspetta. Dopo una breve sosta granita e cannolo a Bagheria arriviamo a Monreale per iniziare la visita con la nostra guida Daria.
Monreale, la città dei mosaici
Monreale, ossia la montagna reale, fu la città prescelta dal re normanno Guglielmo II per la costruzione del suo ambizioso progetto: la cattedrale, il palazzo reale e un monastero benedettino con il chiostro. Quando nel XII secolo il mondo si divideva tra cristiani e musulmani, in Sicilia i regnanti normanni e cattolici ricavavano, invece, il meglio della cultura musulmana, includendo nel loro governo e nelle loro corti diversi funzionari e intellettuali islamici. Gli elementi della cultura araba uniti all’arte bizantina del mosaico hanno fatto dell’età normanna un periodo di apertura e fusione tra i popoli e il duomo di Monreale, non a caso dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ne è uno degli esempi più rappresentativi.
All’interno del Duomo
I 6.400 mq di mosaici dorati ricoprono le pareti del Duomo raccontando la genesi e i miracoli di Gesù e rappresentano uno spettacolo unico. La visita si conclude con il meraviglioso chiostro e con i suoi capitelli romanici, scolpiti con storie bibliche e figure mitologiche, diversi uno dall’altro.
Nel chiostro, anch’esso risalente all’epoca di Guglielmo II
Palermo e la Kalsa
Passeggiare per Palermo offre la possibilità di immergersi in una storia millenaria che racconta di ricchezze e di povertà, di lotte, di amori, tradimenti e di conquiste. Le innumerevoli culture che si sono succedute hanno contribuito a creare il fascino indiscusso di questa capitale cosmopolita, determinando gli usi e i costumi dei suoi abitanti e persino la sua lingua.
Il centro storico di Palermo è uno dei più grandi d’Europa e senza dubbio uno dei più affascinanti grazie alla varietà di opere d’arte presenti: architetture barocche, chiese Arabo-Normanne – patrimonio universale dell’Unesco – mosaici bizantini, piazze, fontane e teatri. Palermo offre inoltre mercati all’aperto, risalenti addirittura all’epoca medioevale.
Purtroppo avendo poco tempo a disposizione, abbiamo scelto di focalizzarci sull’antica cittadella araba, oggi quartiere della Kalsa, uno dei più antichi della città che risale al periodo della dominazione islamica (X secolo). Il suo nome deriva dall’arabo al khalisa (la pura o l’eletta), perché al suo interno c’era la cittadella fortificata dell’emiro e della sua corte. Oggi è denominata “Mandamento Tribunali” per la presenza del Palazzo Chiaramonte-Steri (ex Tribunale dell’Inquisizione). Molto vicino vi è poi l’oratorio di San Lorenzo, con meravigliosi stucchi del ’700 e una copia della Natività di Caravaggio, l’originale secentesca fu misteriosamente rubata nel 1969. Nella stessa piazza impossibile non notare l’albero monumentale più grande d’Europa, un ficus macrophyilla che vanta più di centocinquant’anni.
Il monumentale ficus di Palermo
Proseguiamo nel nostro cammino fino alla bellissima sorpresa di tre murales incredibili.
Gruppo vacanze!
Cena al ristorante “Ciccio in padella”, consigliato!
Mix tra tradizioni, storia millenaria e natura selvaggia, così sintetizzerei la regione che si estende tra Linguadoca, Camargue e Provenza. Si tratta sicuramente di un viaggio sorprendente seppur “facile”: si organizza infatti in autonomia e l’ideale per muoversi è utilizzare la propria auto in modo da godere della massima libertà negli spostamenti. Si tratta inoltre di aree tranquille e per lo più poco trafficate dove è davvero piacevole viaggiare, a parte qualche città di maggiore richiamo come Carcassone o Avignone. Io propongo il percorso che ho seguito e che si è svolto in una decina di giorni e che mi ha davvero soddisfatto da tutti i punti di vista, compresa la cucina. Ideale poi la conclusione in Costa Azzurra soprattutto se, come me, cercate sempre di far rientrare qualche giorno di mare nelle vostre vacanze. Amo tantissimo la Costa Azzurra e ci sono stata diverse volte, per cui ne parlerò in un articolo dedicato…
Partiamo subito da una bella immagine che evoca l’estate, le serate al mare, le vacanze: spaghetti allo scoglio magari con un calice di vino bianco…bene per questo io consiglio un buon ristorante ma fa venire di sicuro l’acquolina in bocca!!
Io proporrò piatti molto più semplici e se è vero che d’estate, causa caldo, diminuisce la voglia di stare ai fornelli è anche vero che ci sono dei prodotti talmente buoni che fanno subito estate e che è un peccato non preparare in qualche bella ricettina. Io ho fatto passare un po’ di foto di piatti cucinati e ho visto che viene fuori un menu di tutto rispetto. Mettiamoci al lavoro!
Meta della prima gita dopo il lungo periodo di stop causa lockdown è l’abbazia di San Pietro al Monte e abbiamo anche rischiato che saltasse causa maltempo. Per fortuna dopo giorni di pioggia la domenica ci accoglie con un bel sole. Situata a quota 630 metri alle pendici del monte Cornizzolo, l’abbazia è raggiungibile solo a piedi in circa un’ora di cammino partendo dalla frazione Pozzo nel comune di Civate, attraversando con un sentiero un fitto bosco. Di nuovo in cammino verso un monumento romanico fra i più importanti della Lombardia, incorniciato dai monti e dai panorami sulla pianura e sui laghi briantei. Si parte!
Aprile 2021, tempo di restrizioni, non si può uscire dai confini del proprio comune per la maggior parte delle Regioni italiane, ecco che la possibilità che alcuni hanno recentemente sfruttato di recarsi in qualche località all’estero appare come un miraggio. E le Baleari, pur non essendo troppo lontano da noi, rappresentano davvero un miraggio di libertà e bellezza, soprattutto in questo momento. Quattro le isole principali, diversissime tra loro, soprattutto nell’immaginario collettivo, per cui si passa dal divertimento dei locali di Ibiza ai paesaggi tranquilli di Minorca e così via. E se Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera sono le più conosciute, ne restano altre 90 da scoprire e non sono solo scogli. La storia di queste isole è antica e comincia addirittura prima dell’età del Bronzo, quando sono già attivi gli scambi commerciali con i Fenici, i Cretesi e i Greci per proseguire con il dominio romano di oltre cinque secoli per poi lasciare posto a Normanni e Bizantini. Un arcipelago dalla storia assolutamente affascinante….ma arriviamo a giorni nostri!
Era qualche tempo che non scrivevo, alla fine questo periodo così lungo di chiusure e di morti oltre a non permetterci di viaggiare incide certamente in termini di “umore” anche per i più fortunati come me che non hanno subito perdite gravi. Oggi però mi ha colpito una notizia che mi ha portato sia a interrogarmi sul significato della felicità sia a ripercorrere, più banalmente, il mio viaggio in Finlandia. Sì, perché proprio la Finlandia è stata eletta Paese più felice del mondo per il quarto anno consecutivo dal World Happiness Report 2020, lo studio annuale condotto dalle Nazioni Unite che si basa sull’analisi del benessere delle popolazioni di 156 Paesi del mondo. La Finlandia si posiziona in testa in tutti i principali parametri ovvero l’ambiente sociale, quello urbano e quello naturale. Sicuramente sorge spontaneo chiedersi come il clima non incida in maniera significativa sulla felicità, cosa che si è solitamente portati a credere. Lo studio però smentisce questo pensiero se ai primi posti, dopo la Finlandia, troviamo Danimarca, Norvegia, Svezia e Islanda. E allora il sole potrà portarci il buonumore ma la felicità è qualcosa di più profondo che ha a che fare molto di più con la solidarietà tra gli esseri umani e con la capacità di vivere bene nell’ambiente che non con il meteo, anche perché in Finlandia il clima è davvero variabile e l’ombrello deve essere sempre a portata di mano. Nel mio viaggio ho percorso solo la parte meridionale del Paese ma già qui ho respirato un’aria fresca e moderna che mi dà il senso di questa “felicità” di cui parlano le statistiche.