
Ebbene sì, prima volta in Sicilia! La situazione di questi ultimi due anni mi ha offerto l’occasione per iniziare a scoprire il Sud Italia e dopo la meravigliosa esperienza del Salento della scorsa estate eccomi in Sicilia, terra unica per tanti aspetti, dai paesaggi, alle testimonianze storiche, dalla cucina alla gente. Il nostro itinerario copre la parte occidentale della Sicilia e, data la densità di cose da vedere, mi sembra la scelta migliore quella di dedicarsi ad una parte della regione per poterne assimilare la bellezza e la storia senza lunghi spostamenti. Adesso ovviamente non vediamo l’ora di scoprire il resto!!
Si tratta sicuramente della tipologia di vacanza che preferisco, ovvero quella che combina la scoperta del territorio dal punto di vista paesaggistico e culturale alla possibilità di fare mare. Qui in effetti non manca nulla. Vediamo allora questi diversi aspetti nel nostro itinerario con alcuni suggerimenti per i pernottamenti. Per il cibo invece non servono consigli, c’è solo l’imbarazzo della scelta, dai primi al pesce ai fantastici dolci all’inimitabile street food, non c’è modo di sbagliarsi…
Per molte visite, tra cui i siti archeologici, Palermo e Gibellina, ci siamo affidati all’associazione Isola di Persefone, un gruppo di guide turistiche che ci hanno trasmesso non solo nozioni e conoscenze ma soprattutto entusiasmo e amore per la loro terra, coinvolgendoci in un racconto davvero affascinante. Assolutamente consigliate!
Da Palermo a Trapani
Arrivati a Palermo, dopo una sosta a Cinisi, abbiamo subito noleggiato l’auto per dirigerci verso la prima tappa del nostro tour: il meraviglioso Parco archeologico di Segesta, dove si possono ammirare il monumentale tempio dorico rimasto in piedi per più di duemila anni e il teatro greco che è ancora meta di centinaia di spettatori appassionati che ogni estate lo riempiono per assistere a suggestivi eventi e spettacoli culturali. Segesta, in realtà, fu fondata dagli Elimi, un popolo molto antico le cui origini sono ancora motivo di studio e le cui storie affascinanti si intrecciano a leggende e mitologia…grandi emozioni già il primo giorno ed è solo un assaggio.


Prima di arrivare a Segesta soste nei due borghi di Alcamo e Calatafimi. Ad Alcamo all’ora di pranzo la pasticceria “Novecento” ci è apparsa come un miraggio nel deserto di Ferragosto e qui abbiamo gustato le nostre prime arancine e granite!

Riprendiamo il viaggio con destinazione Trapani, ottimo punto di partenza per esplorare questa parte di Sicilia, dal mare alle isole, dalla montagna ai siti archeologici, senza dimenticare che la stessa Trapani merita una visita. Considerata la Città dei Due Mari per via di una lingua di terra che sembra dividere il Mar Tirreno dal Mar Mediterraneo, Trapani è una città ricca di storia, arte e monumenti, che le conferiscono un grande fascino. Fu, infatti, dominata da culture e popoli differenti tra cui i Cartaginesi, i Romani, gli Arabi e gli Aragonesi, fino all’annessione al Regno d’Italia. Oltre alle diverse pregevoli Chiese vale la pena percorrere le mura che si affacciamo sul mare facendo una bella passeggiata. Suggestiva anche di sera dove si ha l’imbarazzo della scelta tra ristoranti, locali, gelaterie in un’atmosfera davvero piacevole vivacizzata dalle luminarie del centro.

Isola di Favignana
La prima giornata trapanese è dedicata all’isola di Favignana che raggiungiamo con 30 minuti di aliscafo. Nel mese di agosto consiglio la prenotazione in modo da non rimanere a terra. Noi siamo riusciti a salpare ma solo in tarda mattinata e per poche ore, molti traghetti erano già full.

Favignana è la più grande delle isole Egadi che comprendono anche Levanzo e Marettimo, più piccole e selvagge. Favignana è una meta molto ambita soprattutto in estate, ma nonostante il flusso turistico, si caratterizza per un’atmosfera genuina e per un paesaggio rilassante e ricco di fascino. Le spiagge da non perdere assolutamente sono: Cala rossa, Cala Azzurra e il Bue Marino. Inoltre, si può notare l’ex stabilimento Florio delle tonnare, testimonianza del periodo in cui Favignana conobbe un periodo di grande sviluppo commerciale. Diverse le possibilità per muoversi sull’isola: bici o scooter a noleggio, bus (non molti gli orari disponibili) o il taxi. Consigliato, soprattutto per chi ha poco tempo a disposizione, il giro dell’isola con il trenino turistico che spiega le diverse zone dell’isola che meriterebbe sicuramente una vacanza per poter essere apprezzata al meglio anche la sera e per potersi fermare nelle diverse calette.

Erice, Marsala e le Saline
Giornata intensa che parte dalla visita di Erice, raggiunta con la funivia panoramica che la collega a Trapani, che continua nella città siciliana del vino e termina con le saline al tramonto.

Arroccato sulla cima di un monte, il borgo medievale di Erice svetta dall’alto dei suoi 750 metri, consentendo un’eccezionale vista panoramica che guarda al golfo di Trapani e alle isole Egadi da un lato e alla vallata del Valderice dall’altro, abbracciando le campagne dell’entroterra siculo. Piccolo e autentico, Erice è un dedalo di viuzze lastricate tra chiese, piazze ed antichi cortili e che invoglia i suoi visitatori alla scoperta. Una delle icone di Erice è il suo baluardo difensivo, ovvero il Castello di Venere, risalente all’epoca normanna, che appare maestoso in cima alla rocca e offre uno dei paesaggi più belli della Sicilia.

Assolutamente da non perdere i Genovesi, dolci tipici farciti con crema al latte, da assaggiare in una delle antiche pasticcerie del centro.

Seguendo la costa che va verso Trapani si apre lo spettacolo paesaggistico delle Saline, unico e bellissimo soprattutto al tramonto. L’estrazione del sale marino è iniziata molti secoli fa grazie ai fenici che intuirono la potenzialità della laguna dello Stagnone, molto ventosa e dalle acque basse adatte alla sedimentazione del sale. Ancora oggi, questo territorio protetto dal WWF è costellato dai mulini, alcuni dei quali visitabili.

Tappa a Marsala con passeggiata nel bel centro barocco. Da visitare il duomo di San Tommaso di Canterbury, la Porta Garibaldi, da cui sono passati Giuseppe Garibaldi e i Mille l’11 maggio 1860, e la Porta Nuova, ossia le due porte rimanenti della città.

Possibilità di visitare una delle cantine marsalesi come le Florio, le più note, ma anche le cantine Pellegrino, e assaggiare il famoso liquore, il Marsala. La sua storia si fa risalire alla fine del ‘700 quando diverse famiglie inglesi approdarono in Sicilia per estendere il loro giro di affari. Un giorno, il mercante John Woodhouse, giunto a Marsala, assaggiò il vino locale e capì che proprio su questo avrebbe fondato il destino e la fortuna di quel luogo. Anche la famiglia siciliana dei Florio fiutò l’ottimo affare e da quel momento in poi non si può passare da questa deliziosa cittadina senza godere di questo ottimo vino.

Mozia, l’isola dei Fenici
Giornata dedicata a Mozia, antica colonia fondata dai Fenici nell’VIII sec. a.C. su una delle quattro isole della laguna dello Stagnone: Isola Grande, Schola, Santa Maria e naturalmente Mozia, conosciuta anche come isola di San Pantaleo. È qui che all’inizio del 1900 l’inglese Joseph Whitaker, appassionato di archeologia, cominciò a scavare intuendo la presenza di un importante sito archeologico. Grazie alla sua caparbietà l’antica città fenicia di Mozia si presentò in tutto il suo splendore.
Raggiungiamo Mozia con una suggestiva attraversata della laguna in barca, molto interessante anche per la spiegazione guidata della storia dell’isola. Scendendo a terra si è subito immersi in un’atmosfera esotica e selvaggia: aloe, ficus, cycas, oleandri e vigneti coprono l’intera isola.

La prima tappa dell’itinerario è il Museo, antica dimora di Whitaker sull’isola, dove sono conservati importanti testimonianze della civiltà fenicia e della vita quotidiana sull’isola. Tra i reperti ricordiamo il magnifico Giovinetto di Mozia, scultura greca originale in marmo portata alla luce nel 1978. Lasciato il museo, si cammina tra sentieri immersi nella macchia mediterranea in una perfetta combinazione tra archeologia, storia e natura.

Riserva naturale dello Zingaro
Lasciamo Trapani di buon mattino per arrivare alle 7 all’apertura della Riserva Naturale dello Zingaro e ne vale davvero la pena!

La riserva appare davvero come un paradiso terrestre, in cui ammirare flora e fauna della macchia mediterranea: orchidee, iris, olivastri, mandorli, carrubi e palme nane e ancora aquile, barbagianni, allocchi, civette, conigli, donnole e volpi. L’itinerario prevede una passeggiata lungo un sentiero che costeggia calette di sassi bianchi e acque cristalline, circondate dal verde intenso della macchia mediterranea e dall’azzurro del mare. All’interno della riserva è possibile visitare vari piccoli musei ospitati in antiche case rurali: il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, dove è riprodotto il ciclo completo del grano, e il Centro di Educazione Ambientale.

Dopo la mattinata alla riserva tra passeggiate e bagni, nel pomeriggio abbiamo continuato nell’esplorazione delle località costiere con San Vito Lo Capo e Scopello, dove sicuramente avendo più tempo a disposizione si potrebbe prevedere una sosta sulle sue spiagge. Noi di siamo “accontentati” di fermarci per una visita e scattare qualche foto agli spettacolari paesaggi.

Da Trapani ad Agrigento
Ci dirigiamo verso la seconda destinazione del nostro itinerario: Marinella di Selinunte per poi spostarci verso Agrigento con due pernottamenti a Racalmuto, città natale di Leonardo Sciascia. A Marinella di Selinunte suggerisco per la cena “Lido Zabbara”: buffet di antipasti, pesce del giorno cucinato alla brace, interessanti primi a cui si aggiungono la simpatia dei giovani proprietari e prezzi davvero ottimi. A Racalmuto invece potete scegliere La Taberna, ristorante in centro con vasta scelta tra carne, pesce e ottime pizze.
Selinunte e Mazara del Vallo
Prima tappa della giornata: Selinunte ed il suo Parco archeologico con i templi e l’acropoli a picco sul mare. La città di Selinunte ebbe una vita relativamente breve, circa quattrocento anni, eppure su di lei fu scritto tanto e per tanto tempo. Molti storici la descrissero come una colonia greca tra le più ricche, le più belle e le più felici di Sicilia. E grazie alla sua fama il grande esploratore e monaco Tommaso Fazello, nel XVI secolo, cercandola per lungo e largo ne ritrovò i ruderi e le ridiede vita dopo tanti secoli di abbandono.

Con i suoi 270 ettari è il parco archeologico più grande d’Europa e si può percepire la bellezza di questa città: un immenso spazio verde abbracciato da due fiumi, con un mare imponente e l’intrecciarsi della cultura greca e fenicia a chiudere la cornice.

Ci spostiamo quindi verso Mazara del Vallo, una vera sorpresa! Conosciuta come la “città del Satiro”, nome che deriva dalla celebre statua del “Satiro danzante” che è l’attrazione turistica più importante della città conservato nel museo del Satiro Danzante.

Altre caratteristiche però rendono davvero affascinante questa cittadina: prima fra tutte la Kasbah, un insieme di stradine nel cuore del centro storico, in cui sembra di essere catapultati in Marocco, con le sue viuzze strette e ricche di dipinti colorati, ceramiche e maioliche meravigliose, davvero suggestivo muoversi tra queste stradine.

Da assaggiare infine l’ottimo cous cous di pesce oltre che il famoso gambero!
Gibellina e Cretto di Burri
L’ultima parte di questa intensa giornata è dedicata a Gibellina: tristemente famosa per uno spaventoso terremoto del 1968. Gibellina vecchia, trasformata dall’artista Alberto Burri nel grande Cretto, è una delle opere di Land Art più grandi al mondo. Le rovine di Gibellina sono state infatti ricoperte da cemento e calce per 120.000 metri quadrati: sembrano “un sudario lacerato” e passeggiarci dentro ha un effetto di spaesamento difficile da descrivere.

Ma c’è anche una Gibellina nuova: scandita dalle opere di alcuni tra i più famosi artisti degli anni ’70 e ’80, tra cui Pietro Consagra e Arnaldo Pomodoro, rappresentava il progetto di una città ideale, in cui l’arte doveva ridefinire l’identità dei suoi cittadini, ma così non è stato.

Caltabellotta e Favara, antico e moderno
Caltabellotta è una delle città più antiche della Sicilia. Ci troviamo in provincia di Agrigento, in un luogo ricco di storia. I reperti archeologici testimoniano l’esistenza di una antichissima città sicana, sostituita nel V secolo da una nuova città, posta più a valle che venne distrutta dai Romani.

Seguirono i Saraceni e poi i Normanni, che costruirono un castello e numerose chiese, il dominio andò poi ai Peralta, ai conti di Luna e ai Moncada, quindi agli Alvarez de Toledo. Dopo una breve presenza degli Austriaci, nel 1734 Caltabellotta venne unita al regno Borbone di Napoli. Una storia antica e bei panorami. Si aggiunge un museo accanto alla pro loco dove abbiamo potuto visitare una pregevole mostra di sculture con la presenza dell’artista locale Salvatore Rizzuti che ha donato le opere stesse al Comune. Per finire, un’ottima granita nel bar della piazza accompagnata dai biscotti locali. Di granite ne abbiamo assaggiate tantissime, questa una delle migliori!

A mezz’ora dalla Valle dei Templi, si arriva a Favara, la sesta città al mondo tra le dieci mete imperdibili per chi ama l’arte contemporanea, secondo la classifica del blog inglese “Purple Travel”.

Il Farm Cultural Park è un bellissimo spazio culturale di nuova generazione nato da un progetto di rinascita e riqualificazione di un borgo vecchio e degradato di Favara. Florinda e Andrea, lei avvocato e lui notaio, decidono di cambiare vita e di realizzare un loro sogno: trasformare un intero quartiere del centro di Favara in un vivacissimo cantiere di arte moderna. Così, dopo aver acquistato alcune case nel centro storico, chiamano i primi architetti per farle ristrutturare. Insieme ad architetti e muratori, arrivano i primi artisti. E pian piano prende forma questo progetto meraviglioso: le mostre permanenti di pittura e di fotografia, gli eventi culturali. Sembrava un sogno impossibile da realizzare a Favara, ma l’energia positiva di Florinda e Antonio ha contaminato gli abitanti. Visita suggestiva e sorprendente. Questo viaggio in Sicilia continua a riservarci tante sorprese anche al di là delle località più note.

La giornata non è finita e ci aspetta ancora un’altra suggestione che da sola vale il viaggio: la spettacolare Scala dei Turchi dove riusciamo ad arrivare in tempo per goderci uno dei tramonti più belli.

Agrigento e la Valle dei Templi
“La più bella città dei mortali”: è così che nel V secolo a. C. il poeta greco Pindaro descriveva Agrigento…e dopo 2500 anni il suo fascino resta immutato. Storie di uomini e dèi si intrecciano attraverso i secoli all’ombra di ulivi e mandorli e le vestigia di un passato antico e potente continuano a raccontarci sempre qualcosa di nuovo. Noi abbiamo iniziato la visita accompagnati dal tramonto per poi concluderla con una luna spettacolare a rischiararci il cammino, rendendo l’atmosfera ancora più magica insieme ai racconti coinvolgenti della guida Alice (Isola di Persefone).


Si torna a Palermo
Ci si avvia verso la conclusione di questo viaggio. Palermo ci aspetta. Dopo una breve sosta granita e cannolo a Bagheria arriviamo a Monreale per iniziare la visita con la nostra guida Daria.
Monreale, la città dei mosaici
Monreale, ossia la montagna reale, fu la città prescelta dal re normanno Guglielmo II per la costruzione del suo ambizioso progetto: la cattedrale, il palazzo reale e un monastero benedettino con il chiostro. Quando nel XII secolo il mondo si divideva tra cristiani e musulmani, in Sicilia i regnanti normanni e cattolici ricavavano, invece, il meglio della cultura musulmana, includendo nel loro governo e nelle loro corti diversi funzionari e intellettuali islamici.
Gli elementi della cultura araba uniti all’arte bizantina del mosaico hanno fatto dell’età normanna un periodo di apertura e fusione tra i popoli e il duomo di Monreale, non a caso dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ne è uno degli esempi più rappresentativi.

I 6.400 mq di mosaici dorati ricoprono le pareti del Duomo raccontando la genesi e i miracoli di Gesù e rappresentano uno spettacolo unico. La visita si conclude con il meraviglioso chiostro e con i suoi capitelli romanici, scolpiti con storie bibliche e figure mitologiche, diversi uno dall’altro.

Palermo e la Kalsa
Passeggiare per Palermo offre la possibilità di immergersi in una storia millenaria che racconta di ricchezze e di povertà, di lotte, di amori, tradimenti e di conquiste. Le innumerevoli culture che si sono succedute hanno contribuito a creare il fascino indiscusso di questa capitale cosmopolita, determinando gli usi e i costumi dei suoi abitanti e persino la sua lingua.
Il centro storico di Palermo è uno dei più grandi d’Europa e senza dubbio uno dei più affascinanti grazie alla varietà di opere d’arte presenti: architetture barocche, chiese Arabo-Normanne – patrimonio universale dell’Unesco – mosaici bizantini, piazze, fontane e teatri. Palermo offre inoltre mercati all’aperto, risalenti addirittura all’epoca medioevale.
Purtroppo avendo poco tempo a disposizione, abbiamo scelto di focalizzarci sull’antica cittadella araba, oggi quartiere della Kalsa, uno dei più antichi della città che risale al periodo della dominazione islamica (X secolo). Il suo nome deriva dall’arabo al khalisa (la pura o l’eletta), perché al suo interno c’era la cittadella fortificata dell’emiro e della sua corte. Oggi è denominata “Mandamento Tribunali” per la presenza del Palazzo Chiaramonte-Steri (ex Tribunale dell’Inquisizione). Molto vicino vi è poi l’oratorio di San Lorenzo, con meravigliosi stucchi del ’700 e una copia della Natività di Caravaggio, l’originale secentesca fu misteriosamente rubata nel 1969. Nella stessa piazza impossibile non notare l’albero monumentale più grande d’Europa, un ficus macrophyilla che vanta più di centocinquant’anni.

Proseguiamo nel nostro cammino fino alla bellissima sorpresa di tre murales incredibili.


Cena al ristorante “Ciccio in padella”, consigliato!

Dove dormire
- Cinisi (PA) – B&B Cinisi Vacanze
- Trapani – Residence Le chiavi di San Francesco
- Marinella di Selinunte (AG) – Hotel Alceste
- Racalmuto (AG) – Hotel Villa Paradiso
- Palermo – B&B I Cavalieri di Malta