Nel cuneese, tra valli incantate

Dopo il viaggio nelle Langhe, rimaniamo in Piemonte e ci spostiamo nelle valli del Cuneese. Grazie al contributo della mia amica Silvana, grande viaggiatrice, ho scoperto una zona a me sconosciuta che assaporo attraverso le sue foto e il suo racconto. Grazie Silvana per aver condiviso un bellissimo itinerario, sicuramente poco affollato e affascinante, fatto di chiesette affrescate, borghi incantati e tanto tanto verde!

Il nostro percorso si snoda in due valli: la Valle Maira e la Valle Varaita a nord-ovest di Cuneo, in quella che viene definita “antica Occitania”.

Prima tappa: Dronero e il parco dei Ciciu

Attraversando il suggestivo Ponte del Diavolo, risalente al 1428, scopriamo il paese di Dronero disteso lungo il fiume Maira. Passeggiando sotto i portici della via centrale ci si affaccia sulla valle e si può familiarizzare con la cultura locale attraverso un percorso multimediale alla scoperta di storia, lingua e peculiarità della cultura occitana, nel museo dell’Espaci Occitan

A 5 km da Dronero, incontriamo il paesino di Villar San Costanzo, famoso per le fiabesche formazioni geologiche che spuntano come grandi funghi di pietra nella riserva naturale dei Ciciu.

Quest’area rappresenta, dal punto di vista naturalistico, un’autentica rarità all’interno del patrimonio ambientale piemontese, sia per le importanti peculiarità geologiche – le caratteristiche colonne di erosione a forma di fungo – che la rendono unica nel suo genere, sia per la ricchezza della fauna che è possibile osservare.

Ciciu, origine e leggende – I Ciciu si sono formati presumibilmente al termine dell’ultima era glaciale, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna – affluente di sinistra del torrente Maira – ad esondare, trasportando a valle un’enorme massa di detriti. Questo portò alla formazione dei gambi degli attuali funghi. In seguito, presumibilmente per effetto di frane e terremoti, rotolarono a valle diversi massi staccatisi dal monte San Bernardo: pietre di colore più scuro, che ricoprirono il terreno alluvionale. A poco a poco il Faussimagna ricoprì anche le pietre scure, fino a quando il terreno subì un improvviso innalzamento e il fiume si ritrovò a scorrere più in basso. Iniziò quindi ad erodere il terreno, riportando alla luce i sassi che aveva ricoperto, arrotondandoli e levigandoli a poco a poco. Il risultato è quello che vediamo ancora adesso, con i massi sorretti da colonne di terreno: qualcuno ci ha visto dei funghi, altri li hanno poeticamente chiamati camini delle fate.

Diverse leggende si sono sviluppate sull’origine dei Ciciu, sorti per incantesimo o per miracolo. Secondo una leggenda, i Ciciu si formerebbero nottetempo per effetto delle masche, le streghe del folclore piemontese, oppure sarebbero delle masche trasformate in pietra. Altre leggende legano l’origine dei Ciciu a San Costanzo, un legionario romano della legione Tebea che, secondo la tradizione, venne martirizzato intorno all’anno 303-305 d.C., durante la persecuzione dei cristiani attuata dall’imperatore Diocleziano, proprio sulle pendici del Monte San Bernardo.

Seconda tappa: Elva, piccolo gioiello

Dopo chilometri di tornanti, a 1687 metri di altezza, arriviamo a Elva, una piccola località che nasconde però un grande tesoro: i meravigliosi affreschi fiamminghi di Hans Clemer (1496-1503) nel presbiterio della Parrocchiale di Santa Maria Assunta (Borgata Serre).

Segnalo anche il Museo dei Pels, che racconta uno dei mestieri più curiosi tra i valligiani della seconda metà dell’Ottocento: quello del raccoglitore di capelli, che viaggiava per le pianure alla ricerca di chiome da far lavorare alle donne e spedire poi ai grossisti per realizzare pregiate parrucche per aristocratici e lord. 

Terza tappa: Chiappera, natura top

Fiori e acque cristalline sono protagonisti assoluti a Chiappera, l’ultimo borgo abitato dell’Alta Valle Maira; da qui infatti la strada prosegue ancora con un breve tratto di asfalto, per poi portarsi su sterrato; il confine francese si raggiunge soltanto a piedi attraverso il Colle del Maurin.
Patria estiva dell’escursionismo e dell’arrampicata, in inverno Chiappera diventa il paradiso della neve, dove si possono praticare tanti facili sport intorno all’ampia conca delle cascate: una pista da bob per bambini, sci di fondo, sci escursionistico, racchette da neve, sci alpinismo. Un grandioso scenario naturale, scolpito dai ghiacciai nelle lontane epoche glaciali, accompagnerà le belle giornate di sole intorno a Chiappera.

Quarta tappa: Chianale, alla fine della valle

Ci spostiamo verso nord e al confine tra Piemonte e Francia troviamo Chianale. Riparato in una posizione felicissima che lo tiene al sicuro dai pericoli delle valanghe, Chianale è una frazione del comune di Pontechianale in provincia di Cuneo. Il paese chiude l’Alta Val Varaita col suo lago circondato da boschi e pinete. Qui si respira davvero il profumo delle Alpi: tantissimi larici e il bosco di cimbri più grande d’Europa. Il villaggio di Chianale, tutto in pietra situato a 1.800 metri di altezza, si trova sull’antico Chemin Royal, la strada del sale anche andava dritto verso la Francia. Lungo un’arrampicata ripidissima (che si può compiere soltanto d’estate) si può raggiungere il colle dell’Agnello a 2.748 metri, storica e durissima tappa del Giro d’Italia.

Il torrente Varaita divide il borgo in due agglomerati, collegati tra loro da un ponte in pietra, che si trova in corrispondenza di una piccola piazzetta con fontana davanti all’antica chiesa di Sant’Antonio del XIV secolo. Semplice e armoniosa, la chiesa ha un campanile a vela e un piccolo portico all’ingresso, bellissimo il portale romanico a triplice ghiera. L’interno ha un’aula con volta a botte e gli archi sono sorretti da mensole scolpite con mascheroni tipici delle architetture dell’antico substrato celtico.

Sesta tappa: castello della Manta con i bellissimi affreschi

Concludiamo il nostro itinerario tornando verso Cuneo e facendo tappa al castello della Manta: un maniero medievale situato sulle colline di Manta e dal 1984 concesso in comodato al FAI dalla contessa Elisabetta de Rege Thesauro di Donato affinché fosse inserito in un unico progetto di gestione e valorizzazione culturale. L’impianto è originario del XII secolo, ma l’edificio iniziò ad assumere la fisionomia attuale solo all’inizio del Quattrocento grazie all’opera della famiglia Saluzzo della Manta. Con l’estinzione di questo ramo del casato, alla fine del XVIII secolo, fu abbandonato e cadde in rovina. Dopo la donazione al FAI, nel 1984 sono stati avviati i lavori di recupero e restauro che hanno riportato il complesso alla sua condizione originaria.                                                                                                                                   

Numerosi sono gli ambienti che lo caratterizzano. La sala baronale conserva il più importante ciclo pittorico conservato nel castello. Questo è infatti arricchito da un’importante sequenza di affreschi che ne decora perimetralmente le pareti, capolavoro e rara testimonianza della pittura profana tardogotica attuata nell’Italia settentrionale. L’opera è attribuita all’anonimo pittore Maestro del Castello della Manta.        

Il ciclo, completato poco dopo il 1420, rappresenta una serie di eroi ed eroine e la cosiddetta Fontana di giovinezza, tema questo ripreso dall’antica tradizione dei romanzi francesi medievali. I suddetti personaggi sono ispirati al poema le Chevalier Errant. Si tratta di una testimonianza unica della cultura cavalleresca del tempo.

Da visitare anche gli ambienti di servizio con le cantine e il cucinone con la gran volta a botte e un grandioso camino, la chiesa castellana, impreziosita da importanti affreschi dedicati alla Passione di Cristo, e, infine, l’ampio parco.

Escursioni e sentieri

La zona oggetto del nostro itinerario è perfetta per escursioni a piedi, con diversi livelli di difficoltà. Riporto qui alcune informazioni utili:

  • L’Associazione Percorsi Occitani fornisce informazioni sul tour di 14 tappe e 177 chilometri che attraversa la valle.
  • Sentiero dei Ciclamini: percorso ad anello di circa due ore e trenta minuti, quasi pianeggiante, adatto anche a famiglie con bambini, parte dal piazzale del municipio di Macra e passa per le borgate Caricatori e Camoglieres.
  • Sentiero Frassati: stupendo percorso che non presenta particolari difficoltà, ma allontanandosi dal sentiero segnalato anche l’alpinista più esigente può trovare di che divertirsi.
Relax, natura, paesaggi rigeneranti sono i protagonisti di questi luoghi affascinanti (nella foto il borgo di Chiappera)

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