L’estate inglese in tre romanzi

La mia estate inglese

Estate inglese, cosa vi viene in mente? Io immagino prati verdi e dolci colline ma anche ruvide scogliere sferzate dal vento. Qui sono ambientati romanzi indimenticabili in cui prendono vita personaggi dalla spiccata interiorità spesso inespressa.

Ecco perché pensando ai libri “estivi” mi sono subito venuti in mentre tre romanzi ambientati proprio in Inghilterra. Seppure in scenari e periodi diversi, sarà un’estate a segnare per sempre la vita dei protagonisti.

Si può scegliere un libro dalla sua copertina? Io dico di sì!

Appena ho visto Un mese in campagna di James Lloyd Carr, pur non conoscendo nulla né della trama né dell’autore, mi sono subito immaginata con quel libro in un prato tranquillo circondata solo dai rumori della campagna. E non sono stata delusa!

E’ una storia che definirei semplice e nostalgica come l’estate del romanzo per il protagonista Tom che trascorre i mesi estivi in un piccolo paese dello Yorkshire per restaurare un dipinto della chiesa locale. Il clima è mite, la natura è serena e i giorni passano tra il lavoro e le amicizie che nascono nella comunità. A restauro completato anche Tom ritroverà sè stesso e quell’estate rimarrà per sempre nella sua memoria…Ah, quei giorni… la loro felicità mi perseguitò per molti anni a venire. A volte, ascoltando un brano musicale, torno indietro col pensiero e nulla è cambiato. La lunga fine dell’estate. Giorni e giorni di clima caldo, richiami di voci al crepuscolo, finestre illuminate che bucavano la notte e, all’alba, il sussurro delle spighe di grano e l’odore caldo dei campi maturi per il raccolto. La giovinezza.”


Avevo letto altri romanzi di Virginia Woolf ma forse non li avevo capiti fino in fondo. Ci ho riprovato con Gita al faro e ne ho sentito subito l’anima e il ritmo. Tanti i temi che emergono: la perdita e il lutto, l’ispirazione artistica, il tempo che passa evocato anche dalla particolare struttura del romanzo. In sottofondo la Prima Guerra Mondiale.

La trama è ispirata dal ricordo delle vacanze estive dell’autrice in Cornovaglia con la sua famiglia: si riconoscono il padre, debole ed egoista, ma soprattutto la madre, bellissima figura di donna, scomparsa prematuramente quando Virginia Woolf aveva solo tredici anni. Si legge nel suo diario: “Fino a quarant’anni e oltre fui ossessionata dalla presenza di mia madre… Poi un giorno…pensai Al faro: con grande, involontaria urgenza. Una cosa ne suscitava un’altra… Che cosa aveva mosso quell’effervescenza? Non ne ho idea. Ma scrissi il libro molto rapidamente, e quando l’ebbi scritto, l’ossessione cessò. Adesso non la sento più la voce di mia madre. Non la vedo. Probabilmente feci da sola quello che gli psicoanalisti fanno ai pazienti. Diedi espressione a qualche emozione antica e profonda.

Il romanzo, pubblicato nel 1927, è composto da tre sezioni. Nella prima parte, la famiglia Ramsay, in vacanza in una delle isole Ebridi, decide di fare l’indomani una gita al faro con alcuni amici. Per James, il figlio più piccolo, quel luogo è una meta di sogno, densa di significati e di misteri. La gita viene però rimandata per il maltempo. La seconda sezione contiene i ricordi legati alla prematura scomparsa di Mrs. Ramsay e del giovane Andrew. Nella terza sezione, la casa estiva è riaperta dopo 10 anni e James è accontentato nel fare la gita al faro tanto attesa, ma ormai senza valore, mentre, nello stesso istante, esplode la gioia della pittrice Lily Briscoe ospita della casa che completa il suo dipinto….


Anche Chesil Beach è un racconto che si legge in breve tempo e che rimane impresso per l’atmosfera che aleggia e per la scrittura “fotografica” e intensa di Ian McEwan.

Tutto succede in una notte. I due protagonisti Florence ed Edward si sposano nell’estate del 1962 e partono per il viaggio di nozze, fermandosi per la prima notte a Chesil Beach, sulla costa del Dorset. Nonostante l’amore sincero, si trovano subito a confrontarsi con paure e aspettative che segneranno, già dopo la prima notte, la fine del loro rapporto. Nel romanzo si intrecciano due piani: quello intimo vissuto dalla giovane coppia tra presente e ricordo e quello sociale sullo sfondo di un’Inghilterra avviata verso la liberazione culturale ma ancora legata al retaggio del passato vittoriano. Nell’ultima parte del romanzo, Edward ormai maturo riflette sulla sua vita ed emerge il rimpianto per i sogni e i progetti irrealizzati in seguito alla scelta fatta in quella fatidica nella notte del 1962: “Ecco come il corso di tutta una vita può dipendere… dal non fare qualcosa.”

E alla fine ci si trova a chiedersi come sarebbe potuta andare a finire.


Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine.
V. Woolf

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