Perché non si promuove l’ITALIA?

L’Italia è il “Bel Paese” e gli stranieri amano l’Italia. Un buon punto di partenza, allora perché non si riesce a proporre il brand ITALIA attraverso una strategia di marketing integrata che possa davvero risollevare il nostro paese e raccontarlo in tutta la sua ricchezza e complessità?

Oggi Massimo Giordani, Presidente di AISM (Associazione Italiana Sviluppo Marketing), è intervenuto attraverso il canale della sezione Piemonte e Valle d’Aosta di Manageritalia con una presentazione dal titolo “Il marketing come leva per un nuovo miracolo economico” (il video è disponibile sul canale YouTube dell’associazione). Mi ha fatto riflettere su una situazione già nota con spunti nuovi e qualche piccolo barlume di speranza.

Gli stranieri amano l’Italia
Innanzitutto gli stranieri ci vedono bene, amano l’Italia e l’italianità e questo è già un buon punto di partenza. Anzi, è un ottimo punto di partenza se consideriamo che non esiste una strategia di marketing integrata che promuova l’Italia come paese, almeno non solo dal punto di vista turistico. Il flusso turistico dovrebbe essere la naturale conseguenza di un progetto di marketing in cui l’Italia viene raccontata nella sua complessità e ricchezza.
Come mostrato nella presentazione, esistono moltissimi progetti validi che riguardano musei, zone archeologiche, parchi ma sono progetti singoli che non comunicano i valori dell’Italia ma solo singoli servizi seppur di eccellenza. Una strategia globale andrebbe invece a beneficio dell’Italia nel suo complesso, all’interno del quale si trova l’importante comparto turistico.

L’Italia è il Bel Paese
Siamo fortunati non solo perché il mondo ama l’Italia ma perché abitiamo in un paese così ricco da qualsiasi punto di vista, sono tante le eccellenze da mostrare e i luoghi da scoprire. Basterebbe partire dalla nostra realtà fatta di lavoro, natura, paesaggi, modi di vivere e saperla proporre per avviare un processo virtuoso di promozione globale. Dobbiamo riuscire a far percepire all’esterno il brand Italia non solo in chiave turistica, certamente anche attraverso una presenza on-line più incisiva ed efficace di quella attuale decisamente scarsa.

Quindi?
Pur con questi presupposti si tratta ovviamente di un lavoro complesso che però varrebbe davvero la pena di cominciare se non vogliamo continuare a rappresentare, come spesso avviene – vedasi i recenti dati DESI 2020 che ci collocano al 25° posto tra i 28 Stati membri dell’UE per la digitalizzazione dell’economia e della società, con particolare criticità sul fattore più importante, quello umano – il fanalino di coda per sviluppo e innovazione.

Il brand ITALIA dovrebbe essere diffuso e promosso da tutti con entusiasmo, prima di tutto dagli italiani!

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